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La PET nelle neoplasie neuroendocrine

La PET nelle neoplasie neuroendocrine

PETNumerose condizioni di patologia tumorale si avvalgono della diagnostica e del follow-up mediante esame PET (tomografia ad emissione di positroni, con tracciante a base di fluorodesossiglucosio).
Nel caso delle neoplasie a carattere neuroendocrino si hanno numerosi falsi negativi a causa della bassa attività proliferativa delle cellule tumorali.
Gli unici casi in cui vi è indicazione alla PET sono quelli di tumori neuroendocrini gastroenteropancreatici altamente indifferenziati che hanno invece una attività di proliferazione cellulare maggiore ed i tumori midollari della tiroide in fase metastatica.
Si stanno elaborando strategie con nuovi traccianti più selettivi.
Dr. Carlo Pastore

L'ipertermia come strategia immunoterapica per il cancro

L'ipertermia come strategia immunoterapica per il cancro

PET
L'impiego dell'ipertermia in aggiunta alla immunoterapia nei tumori è supportata da un numero crescente di dati ottenuti dalla ricerca clinica. Molti studi dimostrano un miglioramento della risposta immunitaria con l'aggiunta di ipertermia.
I meccanismi molecolari sottesi a queste risultanze includono la generazione di Hsps (proteine indotte dal calore), l'attivazione delle cellule del sistema immunitario presentanti l'antigene, le modifiche nella motilità dei linfociti.
La migliore comprensione della genesi di questi processi è utile per analizzare i risultati che si stanno ottenendo e programmare future ricerche ulteriori.
Dr. Carlo Pastore

Curr Opin Investig Drugs. 2009 Jun;10(6):550-8
Hyperthermia as an immunotherapy strategy for cancer

Skitzki JJ, Repasky EA, Evans SS.
Department of Immunology, Elm & Carlton Streets, Buffalo, NY 14263, USA



Octreotide: come lo somministro?

Octreotide: come lo somministro?

farmacoDopo aver accertato la presenza di componente neuroendocrina nella neoplasia mediante dosaggio della cromogranina A o mediante positività dell’octreoscan, si inizia la somministrazione di octreotide.

L’organismo deve essere assuefatto all’introduzione della nuova sostanza ed a tale scopo sono opportune le somministrazioni di piccoli quantitativi di farmaco sottocute. Per questo si usa la formulazione da 0.1 mg da iniettare sottocute due volte al giorno per 10 giorni.

Dall’undicesimo giorno di trattamento si sospendono le sottocutanee e si intraprende un trattamento intramuscolo con il preparato a lento rilascio (LAR) da 20 mg o da 30 mg. L’iniezione intramuscolo verrà ripetuta poi ogni 28 giorni (od ogni ventuno a seconda della prescrizione medica e dell’opportunità). I disturbi che se ne possono avere sono prevalentemente di tipo gastroenterico con dolori addominali, senso di gonfiore o diarrea. Tutti i sintomi possono essere controllati con semplicità rivolgendosi al proprio curante che prescriverà quanto riterrà più opportuno a seconda del sintomo.



Dr. Carlo Pastore
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