La febbre di natura neoplastica
La febbre di natura neoplastica
Spesso nel paziente affetto da tumore si osserva l’insorgenza di una febbre persistente svincolata dalle normali cause di origine di un episodio febbrile. Tale febbre è indotta proprio dalla presenza della neoplasia.
Scartate le altre ipotesi che possono spiegare la presenza di una febbre (cause infettive, indotta da chemioterapia, da metastasi nel SNC, indotta da radioterapia) resta quella di un rialzo termico dovuto alla necrosi massiva all’interno della massa tumorale, alla produzione localmente di citochine proinfiammatorie, all’attivazione globale del sistema immunitario che risponde agli antigeni liberati dalla morte delle cellule alterate.
Prima di porre una diagnosi di febbre neoplastica (cosa che è presente in circa il 20% dei pazienti oncologici) è opportuno però escludere mediante i dovuti accertamenti ematochimici e di diagnostica strumentale le altre cause possibili.
La febbre di natura tumorale (spesso persistente tra i 37 ed i 38 °C) può essere modulata mediante diversi tipi di farmaci antinfiammatori ed antipiretici.
In particolar modo appaiono utili il naprossene, l’indometacina, l’ibuprofene, il diclofenac. Buoni risultati si possono ottenere anche con cortisone e derivati nonché con il paracetamolo.
Dr. Carlo Pastore
Specialista in Oncologia
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