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Tumore dello stomaco: cosa fare?

Tumore dello stomaco: cosa fare?

 foto di lagoSi tratta di forme tumorali aggressive assai insidiose. Non per questo non suscettibili di un trattamento idoneo.

Il primo passo concreto è una diagnosi precoce per la quale a tutt’oggi è necessaria una endoscopia (esofagogastroduodenoscopia (EGDS)). La cadenza dei controlli dovrebbe essere quinquennale.

Quando la neoplasia è presente occorre ricorrere in prima istanza alla chirurgia. Altro approccio possibile se si presenta localmente avanzata ma senza metastasi a distanza visibili, è una chemioterapia neoadiuvante (possibilmente abbinata ad ipertermia locoregionale) allo scopo di ridurre le masse e rendere più agevole la chirurgia.

Importantissimo è lo stato dei linfonodi che si accerta con l’esame istologico dopo l’intervento resettivo. Altrettanto importante è scongiurare la diffusione peritoneale. Circa l’utilità di una chemioterapia adiuvante dopo la chirurgia (ed eventualmente una radio-ipertermia locoregionale) si è a lungo dibattuto.

La tendenza è verso il beneficio di tale approccio. D’altro canto un assioma fondamentale dell’oncologia è la maggiore efficacia dei trattamenti quando ci si confronta con una eventuale malattia minima residua.

Meglio in sostanza combattere poche cellule che una grande massa tumorale. I farmaci attivi nei tumori dello stomaco, anche in fase metastatica, sono numerosi. Dai più datati (cisplatino, doxorubicina, epirubicina, 5-Fu) sino ai più recenti docetaxel, paclitaxel, capecitabina, oxaliplatino ed al recentissimo bevacizumab.

Importante verificare oltre lo stato dei vari distretti corporei a mezzo di una TC total body con mezzo di contrasto anche lo stato dello scheletro mediante una scintigrafia ossea.

Se è presente anche malattia sullo scheletro si può abbinare acido zoledronico alla chemioterapia prescelta. L’ipertermia assume una indicazione ancora maggiore se vi è carcinosi peritoneale (senza versamento addominale massivo) poiché facilita l’arrivo dei farmaci al bersaglio.

Dr. Carlo Pastore

Ipertermia: minori recidive nel tumore della mammella

Tumore della mammella: la recidiva locale

 foto di provetteTra le varie sedi possibili nelle quali si può ripresentare un tumore mammario, anche sottoposto a trattamento adiuvante, vi è il sito dove è stato asportato.

La recidiva locale può avvenire anche dopo un trattamento chemioterapico sistemico adiuvante e dopo un trattamento locoregionale in radioterapia.

Anche l'ormonoterapia adiuvante (quando è possibile adottarla) non mette al riparo in assoluto da una recidiva locale. Cosa fare se si presenta? La prima scelta è la rimozione chirurgica, seguita da un nuovo trattamento adiuvante (sistemico e locoregionale, con procedure e farmaci differenti da quelli adottati in precedenza).

Ed il ruolo dell'ipertermia? Un lavoro internazionale pubblicato nel mese di Febbraio 2010 su International Journal of Hyperthermia (Elective re-irradiation and hyperthermia following resection of persistent locoregional recurrent breast cancer: A retrospective study) analizza i risultati di un trattamento adiuvante con una reirradiazione locale e l'aggiunta di ipertermia.

L'erogazioni di dosi iperfrazionate di radioterapia in abbinamento con ipertermia hanno dato un'assenza di recidiva locoregionale ulteriore di malattia a 3 anni del 66%. Ciò vuol dire che su 100 pazienti eventualmente trattate, 66 non recidivano. Il risultato appare assolutamente degno di nota.

Dr. Carlo Pastore

I linfonodi sovraclaveari e laterocervicali

I linfonodi sovraclaveari e laterocervicali

 colloLe stazioni linfatiche presenti nel nostro organismo costituiscono delle importantissime postazioni di difesa e drenano molti dei liquidi a livello tissutale.

Il corpo umano possiede una fitta rete di linfonodi che reagiscono a fenomeni infettivi, infiammazione e presenza di tumori.

Proprio perchè baluardo di difesa, i linfonodi possono essere invasi dalla malattia tumorale nel tentativo di arginarne la diffusione e risultare così ingranditi ed alterati nella loro struttura e morfologia.

Taluni tumori celati nel torace e nell'addome possono indirizzare il clinico verso la diagnosi anche con la semplice palpazione ed un esame ecografico dei linfonodi in sede sovraclaveare e laterocervicale (cioè vicino la spalla ed il collo).

Un esempio classico è il tumore gastrico che si può evidenziare con l'ingrandimento di un linfonodo sovraclaveare omolaterale.

Purtroppo la presenza del coinvolgimento di questi linfonodi indica una malattia già avanzata e non suscettibile di chirurgia.

Altre armi a nostra disposizione in questi casi sono la chemioterapia sistemica abbinata all'ipertermia.

Dr. Carlo Pastore

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