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I tumori dell'ovaio

I tumori dell’ovaio

Le neoplasie dell’ovaio (cancro ovario) rappresentano un nemico assai insidioso e subdolo da combattere.

Spesso danno segno di se tardivamente ed anche in fase precoce tendono alla disseminazione (soprattutto peritoneale). Tale tumore metastatizza prevalentemente in sede epatica, polmonare, linfonodale, peritoneale.

La resezione chirurgica ove possibile rappresenta un baluardo imprescindibile, anche dopo chemioterapia neoadiuvante. Infatti le neoplasie ovariche rispondono molto bene (in genere ed in principio) ai trattamenti chemioterapici, salvo poi riprendere la loro marcia se non è possibile una chirurgia radicale.

Quando non è presente versamento ascitico massivo è possibile abbinare un trattamento con ipertermia nell’intento di abbattere ulteriormente la quota di cellule maligne.

Una nuova frontiera nel trattamento di queste neoplasie è la chemioipertermia intraperitoneale con peritonectomia (vedi link sul sito) quando vi sia un avanzamento solo addominale. Il gold standard per quanto riguarda la chemioterapia è rappresentato dai derivati del platino (cisplatino o carboplatino) in combinazione con paclitaxel (Taxolo).

Anche altri farmaci risultano piuttosto efficaci in seconda linea come il topotecan, il docetaxel, le antracicline (epirubicina, doxorubicina ed i loro derivati liposomiali), la gemcitabina, la ciclofosfamide, il melphalan.

La radioterapia trova indicazione nelle lesioni metastatiche dolorose a scopo antalgico. Promettente risulta l’impiego di bevacizumab in queste neoplasie. Tale farmaco fa parte della categoria di agenti antiangiogenetici ed è di ultimissima generazione.

Dr. Carlo Pastore

Ipertermia e danno cellulare

Ipertermia e danno cellulare

Per ipertermia si intende il riscaldamento dei tessuti ad una temperatura tale per la quale risulti un danneggiamento delle cellule tumorali senza danneggiare le cellule dei tessuti sani. Il trattamento di ipertermia si effettua con apparecchiatura a radiofrequenza che riscalda l’organo ammalato intorno ai 42-43 °C.

Tale temperatura rappresenta per le cellule tumorali, con membrana aberrante rispetto alle cellule sane, un veleno. L’ipertermia attiva all’interno della cellula cancerosa una serie di enzimi che spezzettano il DNA ed inducono l’apoptosi (dove per apoptosi si intende la morte cellulare programmata, infatti già naturalmente una cellula gravemente danneggiata si autodistrugge per non replicarsi in maniera anomala).

Altra proprietà dell’ipertermia è la produzione di radicali liberi all’interno dei tessuti, cosa questa che danneggia ulteriormente cellule già malate. L’ipertermia facilita l’arrivo in situ dei chemioterapici e sinergizza con la radioterapia.

Terapie locoregionali risultano potenziate dall’ipertermia. Grazie alle moderne apparecchiature con le quali si effettua l’ipertermia si raggiunge una erogazione di calore uniforme ed efficace nella lotta al cancro.

Dr. Carlo Pastore

L'oncologia che verrà

L’oncologia che verrà

La medicina si presenta come una scienza costantemente in evoluzione. L’oncologia a maggior ragione con scoperte direi quasi quotidiane. Certamente occorre dire che di tutto ciò che emerge dalla ricerca solo una piccola parte entrerà poi nella pratica clinica.
Gli ultimi anni hanno visto apparire sulla scena nuovi farmaci, nuove metodiche diagnostiche e nuovi strumenti idonei alla quotidiana lotta contro il cancro; di tutto questo spicca negli ultimi tempi la ricerca verso la tipizzazione ulteriore e molecolare di ogni singolo tumore in ogni singolo individuo.
Cerco di spiegarmi meglio: come mai due pazienti con un medesimo avanzamento di malattia ed una medesima malattia diagnosticata istologicamente (ad ex. adenocarcinoma polmonare) presentano spesso destini diversi?
Per destini diversi intendo diversa sopravvivenza e diversi siti metastatici. Perché un adenocarcinoma del medesimo organo metastatizza in organi differenti o resta confinato nello stesso organo per tutta la durata di malattia?
L’aggressività biologica differente ci porta a pensare che chiamiamo con lo stesso nome malattie che in realtà risultano differenti. Una tipizzazione ulteriore potrebbe portare (come già è nell’aria che sarà) ad evidenziare in anticipo rispetto alla somministrazione delle terapie quali sono quelle più idonee nel singolo caso.
Prevedere in termini ragionevoli la risposta ai trattamenti sarebbe una ulteriore rivoluzione per la medicina e l’oncologia moderna. La target therapy (ovverosia la cosiddetta terapia con farmaci “mirati” a bersaglio molecolare) sfrutta appunto la presenza di un bersaglio posto nella cellula tumorale che è caratteristico di un determinato tumore e che non si ritrova in tutti i tumori di quel tipo nei diversi pazienti.
Mi rendo conto che taluni concetti possono apparire ostici ma ritengo sia utile che tutti sappiano che siamo sulla giusta strada nella lotta contro il cancro.
E l’ipertermia? Anche essa subirà una evoluzione negli anni a venire e potrà portare molte soddisfazioni ulteriori.

Dr. Carlo Pastore
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