Neutropenia Febbrile
La neutropenia febbrile nel paziente oncologico
I trattamenti oncologici possono avere un effetto energico su tessuti in attiva replicazione.
Le cellule tumorali senza dubbio ne risentono ma anche le cellule sane in rapido ricambio. Ad esempio quelle del midollo osseo.
L'eritropoiesi trilineare risulta depressa e può essere necessario aiutarla con fattori di crescita dall'esterno.
Capitolo importante è la diminuzione della quota di una sottopopolazione di globuli bianchi circolante definita neutrofili.
La diminuzione numerica al di sotto di un valore soglia può portare ad una condizione clinica denominata neutropenia febbrile.
Il paziente presenta una febbre legata alla scarsa attitudine immunitaria ed alla condizione di non saper arginare l'infezione da parte di germi o virus opportunisti.
Tale condizione può essere talmente seria da portare al decesso. Come intervenire? Senza dubbio in modo preventivo. Fattori di crescita per i globuli bianchi possono essere somministrati per via sottocutanea e preventiva sulla base dei parametri rilevati all'emocromo di controllo che periodicamente viene eseguito in corso di trattamenti chemioterapici e/o radianti.
La difficoltà nel risalire verso valori accettabili nel singolo paziente possono rendere necessaria una terapia antibiotica di copertura in attesa che la condizione numerica dei neutrofili diventi normale.
Dr. Carlo Pastore