Difficoltà respiratoria
La difficoltà respiratoria nel paziente oncologico
Tra le sintomatologie maggiormente invalidanti e quelle percepite come più disturbanti nel paziente oncologico abbiamo senza dubbio la difficoltà nel respiro.
La difficoltà respiratoria può essere imputata in primis ad una diffusione neoplastica a livello polmonare e poi ad altre cause che andremo via via ad elencare.
Certamente possiamo avere una diminuzione dei livelli di emoglobina circolante per la quale si innesca un meccanismo compensatorio di un maggior numero di atti respiratori, la presenza di versamento pleurico, uno stato di embolia polmonare, la diffusione linfangitica polmonare per la quale il coinvolgimento dei vasi linfatici polmonari da parte del processo neoplastico ostacola lo scambio di ossigeno tra l'ambiente esterno ed il microcircolo polmonare, una infezione delle vie respiratorie sotto forma di polmonite o broncopolmonite. Le varie cause possono essere trattare in modo differente.
Per quanto riguarda la presenza di masse neoplastiche nel parenchima polmonare è opportuno mettere in atto terapia antitumorale specifica che può essere chirurgica (se possibile), radiante (se possibile), chemioterapica (se possibile) ed ipertermica (se possibile). La combinazione delle varie metodiche è senza dubbio auspicabile ma occorre verificare che la malattia sia suscettibile alle varie armi messe in campo ed il paziente possa sopportarne l'applicazione.
La medesima strategia è auspicabile per la linfangite carcinomatosa polmonare. Una toracentesi (metodica di drenaggio del versamento pleurico) può risolvere il versamento pleurico e decomprimere il polmone consentendo una maggiore escursione respiratoria.
Se la pleura è colonizzata da malattia tumorale e per questo motivo si accumula liquido, si può procedere ad un talcaggio (procedura chirurgica mininvasiva di adesione dei foglietti pleurici) od alla instillazione nel cavo pleurico di farmaci antiblastici (ad ex. mitomicina C) che possano rallentare il riformarsi del liquido di versamento.
I livelli di emoglobina possono essere ripristinati mediante l'impiego di eritropoietina (fattore di crescita per i globuli rossi) e se la carenza è severa mediante emotrasfusione. L'embolia polmonare può essere trattata con eparina a basso peso molecolare o anticoagulanti orali nonché con farmaci che favoriscano l'attività respiratoria (corticosteroidi, broncodilatatori) come coadiuvanti. Il capitolo delle infezioni polmonari deve essere trattato prendendo in considerazione l'agente eziologico della problematica. A seconda che si tratti di infezione batterica, virale, fungina deve essere presa la corretta contromisura farmacologica.
Dr. Carlo Pastore