Il paziente terminale
Il paziente terminale
Purtroppo questa condizione di malattia non è infrequente. Talvolta ci si deve arrendere all’avanzare di una malattia non arginabile.
Quando ogni tentativo terapeutico risulta ormai vano ed il bilancio rischio/beneficio, tossicità/beneficio è svantaggioso occorre ricorrere alla migliore terapia di supporto.
Alle volte anche la semplice infusione di una soluzione glucosata può alleviare i sintomi di una carenza di zuccheri nell’organismo.
Nell’ambito della palliazione ben venga tutto ciò che allevia la sintomatologia tipica delle fasi terminali di una malattia oncologica. Spesso ci si confronta con il dolore. In questo caso l’ipertermia può trovare ampia indicazione (peraltro trova impiego anche nel dolore da patologia reumatologica).
Può inoltre potenziare l’effetto locale di farmaci antidolorifici assunti per via sistemica facilitandone l’accesso al bersaglio mediante la vasodilatazione.
In queste fasi di malattia occorre assicurare l’apporto trofico minimale ed evitare inoltre la formazione di piaghe da decubito (ad esempio con detersione locale accurata e materassi antidecubito) che spesso si hanno nei pazienti allettati. Non da ultimo è importante l’infusione di quantità adeguate di liquidi facendo attenzione però a non sovraccaricare il paziente.
Dr. Carlo Pastore