Il tumore (carcinoma) del pancreas operabile
Il tumore (carcinoma) del pancreas operabile
Un caso fortunato. Direi proprio di si data la scarsità di situazioni in cui una neoplasia pancreatica si presenta come operabile.
I pazienti con tumore del pancreas operabile rappresentano non più del 20%. Uscendo dai freddi numeri e dalle percentuali che non amo, possiamo dire che la possibilità di essere sottoposti ad un intervento chirurgico (per quanto spesso assai delicato) con tale tipo di patologia rappresenta una possibilità in più di risoluzione completa.
Certamente l'intervento chirurgico non è sufficiente ma deve essere seguito ed affiancato da tutta una serie di terapie adiuvanti per minimizzare per quanto possibile l'eventualità della recidiva contrastando la (eventuale) malattia minima residua.
Le moderne terapie farmacologiche a disposizione annoverano una serie di preparati dall'efficacia sempre crescente. Lo standard consolidato per la terapia farmacologica delle neoplasie pancreatiche è rappresentato dalla combinazione gemcitabina + nab-paclitaxel (Abraxane). In subordine si può impiegare una combinazione di gemcitabina ed oxaliplatino.
Ciò non toglie che vi siano ulteriori valide alternative. Un esempio è la combinazione di erlotinib e gemcitabina, come anche di capecitabina ed oxaliplatino.
La capecitabina e l'oxaliplatino in particolare trovano impiego in numerose neoplasie del tratto gastroenterico con buoni risultati. Da non dimenticare la possibilità di impiegare bevacizumab (inibitore dell'angiogenesi, cioè della formazione di nuovi vasi sanguigni nel tumore, la cui efficacia è comunque ancora in corso di validazione certa per questa neoplasia) e di cetuximab qualora il tumore esprima EGFR 3+ e/o k-ras wild type.
Le neoplasie pancreatiche sovente poi esprimono una componente neuroendocrina e pertanto il dosaggio plasmatico della cromogranina A (CgA) od un octreoscan (metodica radiologica) possono ben indirizzare verso l'aggiunta alla chemioterapia prescelta di octreotide o del suo analogo lanreotide.
La radioterapia locoregionale adiuvante, come anche l'ipertermia, offrono una ulteriore possibilità di sinergia nella lotta ad una assai temibile neoplasia.
Prof. Carlo Pastore