Casi clinici trattati: la mia esperienza
La mia esperienza: casi clinici
Durante la mia attività legata alla pratica dell’ipertermia oncologica ho avuto modo di valutare e trattare i casi più disparati.
Quest’ultima parola facilmente può essere legata alla parola disperati e purtroppo in oncologia ve ne sono di situazioni strazianti.
Situazioni nelle quali si può comunque tentare di offrire un sollievo ed una qualità di vita decorosa.
Riassumerò di seguito delle condizioni cliniche in parole comprensibili ai più in modo da poter essere fruite dal vasto pubblico e non solo da Colleghi medici.
Il primo caso del quale vorrei parlare, pardon, scrivere riguarda una signora di anni 76 affetta da neoplasia dell’utero in fase metastatica.
Trattata in chemioterapia per 2 anni, avendo esaurito ogni altra opzione farmacologia, si è rivolta a me per tentare l’ipertermia.
Da un anno e mezzo periodicamente esegue cicli di tale trattamento ed ha una stabilità di malattia.
Certamente è un caso singolo e non può avere valore assoluto ma testimonia la possibilità di arginare talune forme di malattia anche con la sola ipertermia. Fermo restando che il miglior trattamento è senza dubbio di combinazione (quando possibile).
Altro caso particolarmente di rilievo è l’evenienza clinica di un microcitoma polmonare in un paziente di 74 anni. Dopo aver eseguito due linee di chemioterapia, se ne è tentata una terza con il topotecan in monochemioterapia e l’abbinamento con ipertermia.
Il risultato è stato di una diminuzione della massa tumorale a livello polmonare dell’80%. Attualmente prosegue il protocollo di combinazione.
Ed ancora: paziente di sesso femminile di 57 anni con neoplasia del pancreas con coinvolgimento peritoneale. Esegue trattamento combinato con gemcitabina più oxaliplatino ed ipertermia da ormai un anno e mezzo.
La malattia appare stabile. Questo per citare i casi che sovvengono alla mia memoria più di altri ma il mio cammino dell’oncologia legato anche all’ipertermia annovera diversi buoni risultati con miglioramento, se non altro, della qualità di vita.
Per non parlare del versante reumatologico (nel quale l’ipertermia si può applicare ovviamente a potenze e durate di esposizione differenti rispetto all’oncologia) con patologie che ben rispondono al trattamento ipertermico.
Mi sovvengono tre casi molto difficoltosi trattati con successo: una pubalgia cronicizzata, una tallonite, ed una periartrite scapolomerale.
Molto c’è ancora da fare per affinare le metodiche e ben combinarle tra loro, ma ritengo che il percorso sia corretto.
Dr. Carlo Pastore