Uno dei presidi principali nella lotta ai tumori è il trattamento farmacologico: la cosiddetta chemioterapia.
In realtà il termine chemioterapia comprende qualunque terapia farmacologica e la dizione corretta nel caso di una chemioterapia contro un tumore è chemioterapia antiblastica.
Se viene somministrato un unico farmaco si parla di monochemioterapia (assai raro trovarsi ad effettuarne), se i farmaci somministrati sono due o più si parla di polichemioterapia.
Perchè una chemioterapia a più farmaci? Impostare una chemioterapia a più farmaci serve ad abbracciare un più ampio spettro di fenotipi neoplastici potenzialmente sensibili.
All'interno di un tumore esistono difatti più tipi di cellule differenti tra loro per le loro caratteristiche biologiche e proprio per questo spesso sensibili o resistenti a questa o quella chemioterapia. La combinazione di farmaci cerca di superare la resistenza ed uccidere in modo efficiente tutte le cellule tumorali.
Il termine chemioterapia porta con se il terrore del subirla. Spessissimo con il susseguirsi dei trattamenti il paziente avverte sintomi sgradevoli anche al solo avvicinarsi al luogo della somministrazione.
Questo stato di prostrazione psichica e di disagio si può evitare creando un ambiente confortevole per l'ammalato, UMANO, di considerazione e somministrando gli antidoti adeguati per minimizzare i potenziali effetti collaterali legati alla somministrazione dei chemioterapici.
Le chemioterapie moderne, con farmaci a bersaglio molecolare di ultumissima generazione, risultano comunque assai meglio tollerate. L'unico problema è nel fatto che vecchi farmaci per talune patologie sono ancora insuperabili per efficacia.
L'esempio più lampante è quello della combinazione cisplatino ed etoposide nel microcitoma polmonare. La rubrica benessere di questo sito fornisce tutta una serie di suggerimenti per contenere gli effetti collaterali e vivere con maggiore serenità un periodo sicuramente difficile della vita dell'ammalato.
Ammalato che non è organo isolato ma materia pensante e pertanto meritevole di attenzione.
L'ipertermia in tutto ciò, potenziando l'effetto locale dei trattamenti, non disturba il resto dell'organismo e concentra il farmaco laddove la sua attività deve essere preponderante.
In sostanza la chemioterapia che tanto spaventa può essere resa senza dubbio meno spaventevole dalla perizia dell'oncologo curante.