Ipertermia e carcinosi peritoneale
Ipertermia nella terapia della carcinosi peritoneale
La carcinosi del peritoneo (carcinosi peritoneale) è una evenienza assai temibile lungo il percorso di un paziente affetto da tumore.
Il peritoneo è una membrana sierosa che riveste e contiene i visceri addominali, ancorandoli alla parete.
Può essere invasa dalle cellule tumorali e si possono avere delle problematiche di rilievo dalla diffusione della malattia neoplastica in questo ambito.
Peraltro la scarsa vascolarizzazione (scarsa presenza di vasi sanguigni) fa in modo che i farmaci (chemioterapici) giungano poco e male in corrispondenza del bersaglio.
Altro fattore prognostico importante è l’organo di partenza della neoplasia e quindi la sua sensibilità ai trattamenti. Difatti non dobbiamo mai dimenticare che le cellule che sono metastatiche in un altro organo a distanza dall’organo in cui è nato il tumore sono comunque cellule dello stesso tessuto di partenza della neoplasia.
In che modo l’ipertermia capacitiva (ipertermia esterna) può essere utile?
L’ipertermia può potenziare l’effetto locale dei farmaci antiblastici (chemioterapici) favorendone la diffusione con la vasodilatazione che provoca localmente.
L’ipertermia può essere impiegata in tutte le neoplasie solide anche in sede peritoneale. Unica controindicazione all’ipertermia, in questa localizzazione di malattia, è la presenza di un versamento ascitico (spesso il paziente dice di avere “l’acqua nella pancia”) imponente.
Perché non si può fare ipertermia se c’è abbondante versamento? Semplicemente perché il riscaldamento eccessivo dell’acqua può danneggiare i tessuti sani e perché peraltro il calore viene disperso in un ampio volume di liquido portando delle difformità di distribuzione.
L’ipertermia inoltre determina una attivazione locale della risposta immunitaria. Anche soggetti in condizioni di equilibrio precario possono avvantaggiarsi dell’ipertermia capacitiva (cioè con sonde esterne che emettono radiofrequenza).
Questo perché si tratta di una procedura non invasiva, che non necessita neanche dell’infissione di aghi. Solo ipertermia? In casi selezionati si può procedere anche con la sola ipertermia, sebbene maggiore efficacia sia data dalla combinazione di chemioterapia ed ipertermia.
Nell’ottica di un approccio multimodale alla terapia dei tumori, come sempre mi trovo a ribadire.
Dr. Carlo Pastore