Trombosi venosa profonda e tumori
Trombosi venosa profonda e tumori
La presenza di una patologia tumorale comporta una alterazione dell'omeostasi (equilibrio) dell'organismo.
La malattia infatti produce tutta una serie di mediatori chimici il più delle volte responsabili di alterazioni nei vari distretti corporei che prendono il nome di simdromi paraneoplastiche.
Tra le varie alterazioni che si accompagnano alla presenza di un cancro abbiamo quelle della coagulazione e dell'endotelio vascolare. L'organismo in condizioni di benessere produce tutta una serie di sostanze che insieme alle piastrine (elementi circolanti del sangue) regolano la fluidità del sangue e riparano eventuali lesioni.
In una condizione neoplastica questo equilibrio risulta alterato ed aumenta il rischio di sviluppare una trombosi venosa, parallelamente alla ipercoagulabilità del sangue.
Taluni tumori più di altri presentano questa caratteristica (gli esempi più classici sono tumore del pancreas, del polmone e dello stomaco) e pertanto è opportuno eseguire una profilassi contro le trombosi.
Molto maneggevole per impiego e tollerabilità è l'eparina a basso peso molecolare. Una somministrazione giornaliera sottocutanea è sufficiente a ridurre drasticamente il rischio di trombosi.
Recenti studi clinici peraltro farebbero supporre un effetto antineoplastico dell'eparina stessa: un effetto indiretto.
Ci si baserebbe sul presupposto che le cellule tumorali viaggiano nel sangue avvolte e protette da piccoli coaguli di fibrina. Il dissolverli, aiuterebbe i farmaci e le terapie fisiche (ipertermia e radioterapia) a raggiungere il bersaglio.
La trombosi od il rischio di svilupparla non rappresentano controindicazione assoluta all'impiego di ipertermia. Nei casi più a rischio difatti è sufficiente impostare una adeguata e banale terapia antitrombotica.
Dr. Carlo Pastore