Il peritoneo è quella sierosa che avvolge i visceri addominali e che serve da contenitore ed ancoraggio per quanto si trova in addome.
Facilita inoltre lo scorrimento reciproco delle anse intestinali.
Frequentemente purtroppo, soprattutto quando si parla di neoplasie degli organi addominali (ed in particolare di intestino tenue, colonretto, pancreas, stomaco, fegato), tale sierosa viene colonizzata dalle cellule tumorali con grave turbamento dell'equilibrio locale.
Le metastasi che interessano il peritoneo provocano una infiammazione locale notevole ed una produzione di liquido che rigonfia l'addome.
Vi è quindi un notevole accumulo di liquidi in un distretto corporeo in cui non dovrebbe essere ed in questa soluzione acquosa sono contenute anche grandi quantità di proteine ed elettroliti, cosa che porta un disequilibrio nel resto dell'organismo.
Inoltre la crescita locale delle masse tumorali esercita un effetto compressivo sugli organi addominali portando infine ad un blocco della normale peristalsi intestinale.
La sierosa peritoneale è scarsamente vascolarizzata cosa che ne fa una “nicchia farmacologica” con estrema difficoltà per i chemioterapici iniettati per via endovenosa od assunti per via orale a raggiungere il bersaglio.
Numerosi sono stati i tentativi di una terapia medica locale che prevedesse l'istillazione di farmaci direttamente nel cavo peritoneale ed occorre dire che molti progressi sono stati fatti in tal senso.
Ultimo approccio sperimentale è l'istillazione di bevacizumab (Avastin) con risultati assai promettenti. Altri farmaci impiegati con buon profitto sono la mitomicina C e la gemcitabina. L'affinamento delle tecniche chirurgiche fornisce ulteriori elementi di speranza.
La metodica della chemioipertermia intraperitoneale con peritonectomia in particolare si va affermando consentendo un allungamento ed un miglioramento della qualità di vita, sino a poco tempo fa insperato.
E l'ipertermia oncologica esterna (capacitiva)? Anch'essa ha un ruolo importante in questa battaglia. La radiofrequenza a 13.56 Mhz, laddove non vi sia un versamento ascitico imponente, che andrebbe altrimenti prima drenato con paracentesi, consente una vasodilatazione profonda con miglioramento dell'accesso dei farmaci chemioterapici al bersaglio.
Nondimeno esercita un effetto citocida diretto. L'ipertermia esterna si esegue con antenne realizzate con tessuto in microfibra conduttiva che, poggiate sul corpo del paziente, gli trasmettono l'energia a radiofrequenza che porta ad una febbre artificiale in zone limitate del corpo ed in particolare negli organi sede di malattia, risultando pertanto una metodica non invasiva ed indolore.
Il paziente, anzi, durante il trattamento, sperimenta un senso di benessere legato alla liberazione locale di endorfine.
Quando il peritoneo è coinvolto da un processo di carcinosi è opportuno poi mantenere le feci idratate e morbide per facilitarne l'espulsione, nonché somministrare dell'albumina per vena (soluzioni concentrate) soprattutto se si esegue paracentesi.
L'albumina è una voluminosa proteina contenuta nel sangue la cui funzione è quella di trattenere i liquidi nel circolo sanguigno e di trasportare e legare sostanze nel sangue.
Quando essa è presente in scarsa quantità, i liquidi stravasano nei tessuti e creano ulteriori problemi. L'organismo è un equilibrio delicato, i tumori sconvolgono questa omeostasi; il nostro compito è di arginarli, combatterli, riequilibrare ciò che è alterato per il benessere dell'ammalato.