3319584817 - 3911216046
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Le metastasi epatiche

I possibili trattamenti delle metastasi epatiche

Il fegato rappresenta un organo fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio e dell’omeostasi nel nostro organismo. Questa centrale biochimica purtroppo è spesso sede di colonizzazione da parte di tumori che nascono in altri organi.
Metastatizzano al fegato le neoplasie del tratto gastroenterico, del pancreas, del polmone, della mammella, della prostata, del rene, i sarcomi, le neoplasie ematologiche e molte altre neoplasie in fase avanzata di malattia. Tale organo ha un ampia capacità di supplire a decurtazioni funzionali del suo parenchima anche importanti ma quando la sua struttura è quasi completamente sovvertita dalla presenza di tessuto tumorale metastatico (o primitivo) cessa di funzionare in maniera adeguata.
Il paziente si avvia a quel punto verso un torpore innaturale e verso quello che viene definito coma epatico. Un tempo l’approccio chirurgico a delle metastasi epatiche veniva considerato impossibile o quantomeno inutile; oggigiorno si è potuto vedere che in condizioni selezionate i pazienti si possono avvantaggiare delle metastasectomie e possono talvolta guarire completamente (o quantomeno prolungare di molto la sopravvivenza).
Altro approccio alle metastasi epatiche è quello della termoablazione che consiste nell’infiggere degli elettrodi nella massa tumorale per bruciarla. Chemioterapie sistemiche ugualmente sono efficaci, a maggior ragione con l’utilizzo delle combinazioni di farmaci di nuova generazione. Anche chemioterapie locoregionali (tramite arteria epatica) possono essere tentate.
L’ipertermia trova impiego nel trattamento delle metastasi epatiche anche multiple. Analogamente si può impiegare in casi selezionati la radioterapia stereotassica. Come si può vedere quindi è cambiato l’approccio al paziente metastatico: non più condannato a priori ma con un trattamento multimodale per tentare di recuperare se non altro una lunga sopravvivenza con una buona qualità di vita.
Dr. Carlo Pastore

Non c'è più nulla da fare?

Non c’è più nulla da fare? Tentiamo l’ipertermia…..

E’ sbagliato; o meglio… con minori aspettative. Mi spiego. Come tutte le terapie in ambito oncologico è più facile avere dei risultati in temini citocidi e di citoriduzione quando ci si confronta con una massa cellulare il meno imponente possibile.

Quando la malattia si presenta molto diffusa e soprattutto politrattata è più difficile avere dei risultati. Le cellule tumorali infatti “apprendono” la via della sopravvivenza.

Quando si intraprendono dei trattamenti chemioterapici, è noto che il primo trattamento ha una maggiore possibilità di efficacia rispetto al secondo, il secondo rispetto al terzo e così via.

Questo perché le cellule che vengono esposte ai vari farmaci acquisiscono progressivamente una resistenza e tendono via via a rispondere sempre meno ai trattamenti. La stessa cosa si può dire per i trattamenti radianti: le cellule che residuano sono quelle resistenti.

Per l’ipertermia valgono gli stessi concetti. Per tale motivo ci possiamo aspettare di più da un trattamento multimodale precoce rispetto ad un trattamento molto tardivo che seppure dotato di una propria efficacia si confronta con una situazione molto compromessa e di malattia molto diffusa.

Dr. Carlo Pastore

La chemioterapia metronomica

La chemioterapia metronomica

farmacoIl trattamento farmacologico delle forme tumorali ha ad oggi le modalità più disparate.

Accanto ai classici farmaci citotossici esistono quelli a bersaglio molecolare e gli immunomodulanti. I farmaci citotossici stessi hanno avuto nel tempo una evoluzione e possono essere somministrati secondo schedule personalizzate e più efficaci.

Una delle modalità di somministrazione dei chemioterapici citotossici è quella metronomica. Un trattamento chemioterapico metronomico consiste nel modulare il dosaggio del farmaco prevedendo più somministrazioni ravvicinate a basso dosaggio.

Questa modalità sfrutta la proprietà che a basso dosaggio hanno alcuni farmaci di modulare l’angiogenesi (crescita di nuovi vasi sanguigni nel caso specifico all’interno della massa tumorale) e la reattività del sistema immunitario.

Un esempio dei farmaci potenzialmente schedulabili in modalità metronomica sono la capecitabina, il methotrexate, la ciclofosfamide, la mitomicina C, il paclitaxel, la vinblastina. L’elenco si va via via arricchendo man mano che la ricerca clinica procede.

Ovviamente non tutte le condizioni oncologiche si possono giovare di questa modalità di somministrazione. Occorre quindi valutare con attenzione ogni condizione patologica. La chemioterapia metronomica ben si coniuga con un trattamento di ipertermia. Il trattamento in ipertermia capacitiva profonda a radiofrequenza ha in questa modalità un effetto di potenziamento sinergico. A tal proposito partecipai ad una pubblicazione scientifica reperibile su European Journal of Cancer Care dove si evidenziano in una coorte di Pazienti dei buoni risultati combinando le due metodiche.

Dr. Carlo Pastore
  Prenota visita