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Una storia da raccontare

Una storia da raccontare

termometroSembrava una delle tante giornate da trascorrere in ospedale per contrastare malattie il cui solo nome incute il terrore e porta con se miasmatiche fantasie di morte…

Ad un certo momento sento squillare il mio telefono cellulare…. Era un collega che mi chiamava in consulenza in uno dei reparti di medicina dell’ospedale presso il quale era ricoverato un paziente affetto da microcitoma polmonare in fase localmente avanzata (coinvolgimento da parte della malattia di entrambi i polmoni).

Arrivai di buon passo e trovai il paziente affaticato, seduto sul letto, dispnoico (faceva fatica a respirare). Letta la cartella clinica diedi le indicazioni per una chemioterapia ed una eventuale radioterapia di consolidamento successiva.

Certamente in quella condizione di malattia nessuno avrebbe scommesso su una guarigione e taluni colleghi ritenevano addirittura inutile un trattamento specifico. Il paziente era terrorizzato non solo per la diagnosi ma anche (e direi soprattutto) per la paura circa le terapie da eseguire.

Ci si incamminò su questa strada di lavoro intraprendendo le idonee terapie: 6 cicli di cisplatino più etoposide, octreotide e (data la brillante risposta) radioterapia adiuvante su mediastino ed encefalo.

Lì accadde qualcosa che forse segnò la svolta: 25 giorni ininterrotti di febbre… Picchi di circa 40 gradi mal controllabili con la terapia antipiretica… Oggi sono trascorsi più di 5 anni dalla diagnosi… Non vi è evidenza documentabile di malattia…

Vedo regolarmente il paziente-amico; chissà…. quella febbre… chissà che non sia stata una ipertermia naturale…. chissà che non abbia dato un aiuto…

Dr. Carlo Pastore

Il carcinoma gastrico

Il carcinoma gastrico

I tumori dello stomaco rappresentano delle neoplasie assai letali. Questo perché tendono a crescere in modo silente dando spesso sintomatologia piuttosto aspecifica che si maschera con le gastriti o con i disturbi di svuotamento dello stomaco.
Questo non deve ingenerare allarmismo ma certamente la consapevolezza che la gastroscopia per quanto esame piuttosto fastidioso deve essere periodicamente eseguita soprattutto in età adulta.
L'importante nell’approccio terapeutico di tale patologia è la radicalità chirurgica, cioè l’asportazione totale della massa tumorale con una adeguata linfadenectomia locoregionale (cioè l’asportazione di un buon numero di linfonodi che drenano dallo stomaco e dalle regioni limitrofe).
Il coinvolgimento linfonodale rappresenta una evenienza sfavorevole come pure lo sconfinamento del tumore al di la della parete gastrica. Il tumore gastrico risulta piuttosto resistente ai trattamenti chemioterapici anche se notevoli miglioramenti si sono riscontrati con l’impiego di nuovi farmaci.
I più efficaci in tale patologia sono il docetaxel, il cisplatino, le antracicline (doxorubicina ed epirubicina), il paclitaxel, la capecitabina, il 5-Fu (vecchio farmaco ancora però impiegato con discreto successo in molte neoplasie generalmente in combinazione con altri farmaci antiblastici).
Tra i vecchi farmaci occorre citare la Mitomicina C che presenta comunque una efficacia seppur minima. La combinazione con una radioterapia locoregionale aumenta l’efficacia dei trattamenti come pure l’abbinamento con l’ipertermia capacitiva.
Tale neoplasia tende purtroppo a recidivare anche tardivamente; pertanto uno stretto follow-up oncologico è vivamente consigliato.

Dr. Carlo Pastore

Le neoplasie della mammella

Le neoplasie della mammella

Il tumore della mammella rappresenta una patologia assai diffusa e nella quale la prevenzione gioca un ruolo molto importante essendo possibile diagnosticarla in fase precoce (vedi anche sito www.senosalvo.com).
Ecografia mammaria e mammografia hanno consentito di salvare la vita di milioni di donne (e direi anche uomini poiché, anche se in percentuale molto minore, ne vengono colpiti anch’essi).
Le tecniche chirurgiche nel tempo hanno subito una evoluzione e si è passati da una chirurgia assai demolitiva a trattamenti conservativi. I linfedemi degli arti superiori ad esempio non si osservano quasi più grazie alla tecnica del linfonodo sentinella (consistente nell’asportare per l’esame istologico solo il primo linfonodo che drena il tumore) ed al miglioramento delle tecniche per lo svuotamento linfonodale del cavo ascellare.
Tale tumore colonizza in fase metastatica fegato, polmone, osso, cervello. Anche i trattamenti chemioterapici ed ormonoterapici hanno subito notevole miglioramento.
Moltissimi sono i farmaci che possono essere impiegati con buoni risultati nella terapia adiuvante (post-chirurgica) dei tumori mammari, come anche nella neoadiuvante (pre-chirurgica) e nella fase avanzata (metastatica) di malattia.
L’ultimissima generazione di farmaci ad esempio annovera il trastuzumab, il lapatinib (farmaci a bersaglio molecolare) e l’ormonoterapico fulvestrant.
Quale il ruolo dell’ipertermia in questa patologia? E’ possibile impiegarla nelle sedi metastatiche da sola od in combinazione con trattamento chemioterapico e/o radiante.
Non vi è invece indicazione in terapia adiuvante (cioè quando non vi sia malattia documentabile con le tecniche di imaging).
Dr. Carlo Pastore
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