Gentile Dr. Pastore,
innanzitutto desidero complimentarmi (nel mio piccolo) per la sua notevole competenza, per la chiarezza con cui espone le sue considerazioni, per l'umanità che trasmette nelle sue considerazioni e, non ultimo, esprimete tutta la mia gratitudine per il fato di stare vicino a noi con questo prezioso supporto telematico.
Desidero porle qualche domanda dopo una doverosa premessa.
Mio padre (74 anni) è affetto da un carcinoma non a piccole cellule del lobo superiore destro con secondarismi linfonodali mediastinici e sospetti surrenalici, in particolare sinistra. La lesione polmonare si presenta diffusamente inomogenea con diametri assiali di circa 63X66 mm ed estensione cranio-caudale di circa 67 mm. Inoltre, in ambito mediastinico si riconoscono multiple linfoadenopatie, le maggiori in sede ilare destra parzialmente necrotica di circa 27 mm, in sede paratracheale destra, loggia di barety precarenale e sottocarenale. Piccoli linfonodi patologici tra i vari epiaortici. L'esame cicopatologico riporta presenza di CTM epiteliali riferibili ad adenocarcinoma.
Attualmente mio padre si sta sottoponendo ad una prima linea di trattamento, ha completato il secondo ciclo di chemio (cisplatino + gemcitabina) e si appresta ad avviare il terzo.
Ho sentito parlare di efficacia dell'ipertermina nella cura dei tumori al polmone e della possibilità/opportunità che questa terapia venga fatta anche in concomitanza con la chemio. In particolare, ho letto di una nuova tecnica messa a punto da un gruppo di ricercatori dell'University College of London che consiste nel circondare le cellule maligne con piccolissime particelle di ossido di ferro, poi farle vibrare esponendole ad un campo magnetico, così da provocarne il surriscaldamento e quindi la morte.
Le domande sono:
1) I trattamenti con ipertermia di cui lei si occupa sono basati sulla metodica di cui allo studio sopra? se no in cosa differiscono?
2) L'ipertermia è realmente efficace nel trattamento del NSCLC? ci sono dati sulle % di risposta a questo trattamento? quando conviene farla, alla fine del terzo ciclo o prima di iniziare quest'ultimo trattamento?
3) Infine, desidero chiederle quali sono i rischi associati all'uso di ARANESP in caso di tumore al polomone NSCLC. Mio padre, a causa di un abbassamento dell'emoglobina (9,2 g/dl), sta assumendo ARANESP 150 ma ho letto che numerosi studi hanno accertato una minor sopravvivenza libera da progressione e totale in caso di somministrazione di questo farmaco. Devo preoccuparmi? Se è così, perchè l'oncologo ha prescritto questo farmaco?
Grazie infinite per le sue risposte.
Cordiali saluti