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Carcinosi peritoneale a primitività ignota 10 Anni 5 Mesi fa #1828

  • Keeper
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Egregio Professore,
Espongo il caso di mia madre di anni 70.
A fine novembre operata in laparotomia per occlusione intestinale, risolta con resezione ileale (27 cm asportati) ed appendicectomia. Il chirurgo valuta fegato, stomaco ed ovaie indenni.
Esito istologico sul pezzo: infiltrazioni da carcinoma g3, immunoreattività CK7.Conclusioni carcinosi peritoneale a primitività ignota ma verosimilmente ovarica o bilio pancreatica.
Sottoposta fra gennaio e febbraio a parecchi esami: PET che rileva nodulazioni site medialmente al colon trasverso. Ecografia addominale negativa. Gastroscopia negativa. Colonscopia interrotta dopo 40 cm per restringimento non superabile. Marcatori tumorali tutti nei limiti. Esame delle ovaie: negativo. Tac: presenza di nodulazioni nella zona del colon, non lesioni fegato pancreas. In conclusione , il tumore primitivo non si è trovato. Noi familiari, visti i suddetti esami, speravamo non fosse il pancreas, notoriamente senza speranza, ma alla fine, nel proporre la chemioterapia, gli oncologi hanno concluso per l'istologia bilio pancreatica, proponendo lo schema Cisplatino-Gemcitabina.
La Pet di controllo cui è stata sottoposta al termine dei cicli previsti ha evidenziato una riduzione delle nodulazioni peritoneali nella sede iniziale (fossa iliaca destra) e non avanzamento della malattia. E'stato programmato, quindi, un nuovo ciclo di chemio con gli stessi farmaci

Le chiedo Sua valutazione su quanto segue: ci è stato detto che il primitivo potrebbe essersi risolto causa risposta immunitaria, ma persistono le ripetizioni peritoneali. C'è casistica al riguardo?

Le chiedo altresì se per il caso di mia madre possa trovare applicazione l'ipertermia in associazione con i nuovi farmaci, avastin, da instillare nel peritoneo.

Le chiedo infine un parere sulle possibilità di sopravvivenza, visto il quadro (coinvolgimento del solo peritoneo, malattia confinata nell'addome). Mia madre è in buone condizioni di salute.
La ringrazio di cuore e Le porgo cordiali saluti.

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Carcinosi peritoneale a primitività ignota 10 Anni 5 Mesi fa #1829

Gentile Utente,

i farmaci antiblastici impiegati risultano adeguati nonostante il dubbio di origine. Difatti la combinazione cisplatino - gemcitabina può essere utilmente impiegata sia per le neoplasie ad origine bilio - pancreatica che ovariche. In oncologia medica sono descritti diversi casi clinici per i quali la neoplasia primitiva resta di origine ignota poichè le cellule che si vanno ad analizzare hanno perso le caratteristiche distintive delle cellule da cui hanno avuto origine per mutazioni progressive. Ciò si definisce come perdita della differenziazione. Inoltre talvolta la neoplasia primitiva è talmente piccola benchè aggressiva che si confonde tra le sue diffusioni metastatiche. Nel caso specifico, data la iniziale risposta alla chemioterapia, si potrebbe chiedere un consulto chirurgico per un eventuale second look; cioè un nuovo intervento (possibilmente in chemioipertermia intraperitoneale con peritonectomia) per tentare di asportare più malattia possibile tra quella residua. Più che instillazione di bevacizumab (Avastin) nel peritoneo, si potrebbe ipotizzare, se non si procede con nuova chirurgia, di abbinare ad un trattamento sistemico in chemioterapia, un trattamento locoregionale di ipertermia capacitiva profonda a radiofrequenza. Ulteriormente, a complemento, un trattamento in ipertermia total body ad IR a scopo immunomodulante sistemico. Data la condizione attualmente descritta l'ottica più ragionevole è quella del meglio possibile, il più a lungo possibile.

Cari saluti ed un grande in bocca al lupo per tutto

Prof. Carlo Pastore, oncologo - www.ipertermiaitalia.it

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