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ARGOMENTO:

metastasi osse da cancro al seno 10 Anni 11 Mesi fa #1745

  • GiannaM
  • Avatar di GiannaM Autore della discussione
Gentile Professore,
ho 43 anni ed ho subito mastectomia e rimozione dei linfonodi nel 2010, seguita da chemio preventiva e tamoxifene. Due anni dopo, si presentano secondarismi ossei con conseguente resezione del femore e inizio chemioterapia.
Nel 2013, dopo 8 cicli di vinorelbina, sono passata alla terapia ormonale (+trastuzumab) che seguo tuttora, nonostante che nella Pet di ottobre si noti una leggera ripresa della malattia a livello osseo.
Il mio oncologo ritiene di continuare così finchè non ci saranno ulteriori peggioramenti, evento che lui dà per scontato. Vorrei porLe due domande, se è possibile: 1) mi sarebbe utile l'ipertermia e posso farla anche con una protesi d'anca? - se la risposta è si, allora 2) mi conviene aspettare che la situazione peggiori costringendomi ad una nuova chemio?
Il fatto è che non vorrei "bruciare" anzitempo una possibile buona arma a mia disposizione.
La ringrazio anticipatamente.

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metastasi osse da cancro al seno 10 Anni 11 Mesi fa #1746

Gentile Signora,

rispondo da oncologo chemioterapista oltre che esperto di terapie coadiuvanti ed in particolare di ipertermia oncologica. Una condizione come quella descritta a mio avviso meriterebbe già un cambiamento in primis dell'approccio terapeutico farmacologico. Difatti se la malattia è già in movimento vi è la problematica concreta di andare a proseguire la terapia in corso senza un vantaggioso rapporto rischio (di tossicità) / beneficio. Si potrebbe ipotizzare ad esempio, previa valutazione delle condizioni generali e degli esami ematochimici, un trattamento con una combinazione capecitabina - lapatinib. Utile certamente per lo scheletro un trattamento concomitante con acido zoledronico o denosumab se non vi sono ostative particolari. Fortunatamente le neoplasie mammarie hanno la possibilità di numerose opzioni di trattamento. L'ipertermia deve essere contestualizzata quale coadiuvante di un trattamento farmacologico e/o radiante potenzialmente efficace. Poi di per se ha comunque anche attitudine proapoptotica diretta, immunomodulante, antalgica, liberante endorfine. Se la protesi d'anca ha porzioni metalliche non è possibile trattare la parte dove essa è posizionata; ciò non preclude il trattamento di aree distanti. Altra controindicazione invece assoluta è la presenza di pacemaker e/o defibrillatore cardiaco impiantato.


Cari saluti

Dr. Carlo Pastore, oncologo - www.ipertermiaitalia.it

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