ARGOMENTO:

Buongiorno, a mio papà (84 anni) è stato diagnosticato un tumore al polmone non operabile NEO LSD 2N (al limite della scissura).
L’esito dall’ago aspirato è stato: Coaguli ematici in aggregato del diametro di cm 2.
Diagnosi: Strisci e coaguli ematici comprendenti aggregati di carcinoma scarsamente differenziato.
Il fenotipo delle cellule neoplastiche è il seguente ( su sezioni in paraffina ): Citocheratine 5/6 +, Citocheratina 7 -/+, p63+, TTF1-. I reperti osservati favoriscono la diagnosi di carcinoma squamoso.
L’oncologo al quale ci siamo rivolti (prima di avere la tipizzazione immunocitochimica) ci ha sostanzialmente scoraggiato circa l’opportunità di intraprendere una terapia chemioterapica, in considerazione dell’età avanzata di mio padre.
Mi hanno detto che per malattie di questo tipo vigono dei protocolli internazionali per cui le cure consigliate sono sostanzialmente le stesse in qualsiasi città/ospedale ci si rivolga: è vero? Avrebbe quindi senso rivolgersi ad un altro oncologo?
Ho sentito di terapie (Ipertermia, Cyberknife, Tomoterapia Elicoidale) e farmaci (Gefitinib, Denosumab, Crizotinib) che non hanno importanti effetti collaterali e che sono in grado di rallentare l’avanzare della malattia: è vero? Sarebbero indicati per mio papà?
Mio padre convive da anni con un importante enfisema polmonare, ha superato da 7 anni un tumore alla prostata (asportata) ma gode complessivamente di buona salute
Possibile che non ci sia nulla da poter fare a parte rimanere a guardare?
Grazie infinite per i preziosi consigli che vorrà darmi.
Paola

Gentile Sig.ra Paola,

l'età anagrafica effettivamente non consente in linea generale schemi terapeutici aggressivi data la riduzione progressiva delle riserve funzionali organiche con la senescenza. Ciò non toglie che si possa prendere in considerazione un approccio terapeutico multimodale adeguato al Paziente ed alle eventuali patologie concomitanti per farlo stare il meglio possibile il più a lungo possibile pur essendo assolutamente realisti sulla serietà della patologia. Gli schemi terapeutici in effetti sono globalizzati ma si può tentare di disegnare un trattamento personalizzato sulle esigenze del Paziente. A tal fine ovviamente si dovrebbe visitare il paziente e verificarne le condizioni generali nonché visionare documentazione clinica completa. I cosiddetti farmaci a bersaglio molecolare di cui tanto si sente parlare presuppongono determinate caratteristiche molecolari della neoplasia e comunque non sono scevri da effetti secondari. Non ne vedo l'impiego nella condizione descritta.

Cari saluti

Dr. Carlo Pastore, oncologo - www.ipertermiaitalia.it

Gentile dottore, grazie infinite per la sua risposta.

Di nulla, si figuri.

Cari saluti

Carlo Pastore