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ARGOMENTO:

Carcinoma Adenosquamoso Pancreas pT3 N1 G3 11 Anni 11 Mesi fa #1529

  • chandrica
  • Avatar di chandrica Autore della discussione
Gent.mo Dott. Pastore,
ho 45 anni ed a febbraio di quest'anno, dopo mi è stato diagnosticato il carcinoma in oggetto citato. Dopo 6 cicli di chemioterapia secondo schema FOLFIRINOX con Florouracile/Acido Folinico, Irinotecan e Oxaliplatino, a scopo neoadiuvante con regressione della lesione pancreatica, a luglio sono stata sottoposta ad intervento di duodenocefalopancreasectomia con conservazione del piloro, resezione dell'asse spleno-mesenterico-portale, linfadectomia inter-cavo.aortica (4 linfonodi positivi su 80 asportati).
A fine ottobre, mi viene fatta una TAC seguita da RM ed Eco per la comparsa di due lesione sospette al fegato, in contemporanea inizio la chemioterapia adiuvante con GEMCITABINA 1000, ma ltollerata dal midollo osseo, con precipitazione dei valori ematici, supportato con fattori di crescita. A fine dicembre mi viene ripetuta l'ecografia al fegato, dove si evidenzia un'incremento delle lesioni da due a sei in S5-S6-S7i, oltre un aumento CEA a 225, quindi mi viene sospesa la GEMCITABINA e inizio il nuovo trattamento con regime FOLFIRI che sembra riesca a tollerare discretamente.
Essendo consapevole dell'aggressività della malattia specifica, le volevo chiedere se è possibile, e se è il caso, di affiancare qualche altra terapia alla chemio già in atto, con la speranza che, avendo scoperto subito della replicazione della malattia, la si possa bloccare in tempo.
La ringrazio anticipatamente
Cristina

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Re: Carcinoma Adenosquamoso Pancreas pT3 N1 G3 11 Anni 11 Mesi fa #1530

Gentile Sig.ra Cristina,

il trattamento chemioterapico potrebbe essere abbinato ad ipertermia capacitiva profonda locoregionale ed a seguire ipertermia total body. Le due metodiche agiscono in modo differente risultando complementari nella condizione descritta. L'ipertermia capacitiva profonda a radiofrequenza agisce con modalità proapoptotica diretta, in sinergia con chemioterapia e/o radioterapia (nel caso specifico ovviamente chemioterapia), azione immunostimolante locoregionale, antalgica mentre l'ipertermia total body ad infrarosso a luce filtrata ad acqua è un complemento di immunomodulazione ed immunostimolazione sistemica. Per quanto riguarda il trattamento chemioterapico personalmente avrei variato lo schema escludendo farmaci già impiegati in precedenza. Mi spiego: se una malattia ha sperimentato progressione dopo la somministrazione di determinati farmaci evidentemente sono presenti dei cloni cellulari resistenti; per tale motivo troverei più opportuno verificare nuove strade farmacologiche (ad esempio capecitabina, erlotinib, bevacizumab, cisplatino, paclitaxel coniugato ad albumina). Inoltre eseguirei dosaggio plasmatico della cromogranina A per verificare se presente nella neoplasia componente neuroendocrina da trattare con octreotide od il suo analogo lanreotide. Una energica terapia di supporto, un approccio coadiuvante fitoterapico e nutrizionale possono giovare nella lotta multimodale alla neoplasia. Non da ultimo certamente da esplorare, immagini radiologiche alla mano della condizione epatica ed in generale dell'organismo, è la possibilità di metodiche loregionali di aggressione alle lesioni in radiologia interventistica (vedi articoli del Collega Dott. Torcia su questo portale).

Resto a disposizione, cari saluti

Dr. Carlo Pastore, oncologo - www.ipertermiaitalia.it
Ringraziano per il messaggio: chandrica

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