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Taxolo o Taxotere e ipertermia 13 Anni 4 Mesi fa #1088

  • mimicucu
  • Avatar di mimicucu Autore della discussione
Gentile dottore,
le scrivo per esporle la situazione di mia mamma e chiederle un gentile parere in merito.
Ha 53 anni, operata nel 2003 per K mammario (nodulectomia), G2 pT1c, pN0 (i-) (sn), ERneg, PgR50%, cerb2neg.

REVISIONE ISTOLOGICA DEL 2010: carcinoma duttale a medio grado di differenziazione; Istiocitosi dei seni nel linfonodo sentinella e nell'unico linfonodo esaminato. Positiva la determinazione immunocitochimica dei recettori per estrogeni (30% debole immunoreattività) e per progesterone (50% delle cellule neoplastiche). Assenza di immunoreattività di membrana per HER-2/neu (antisiero policonale Dako). Frazione proliferante Ki-67 pari al 15%.

In seguito all'intervento del 2003 ha effettuato RadioTerapia e cominciato terapia ormonale con Tamoxifene per 5 anni e blocco ormonale completo con LhRH inibitore per 3 anni.

Nel maggio 2008 sono state diagnosticate metastasi ossee. Cambia cura passando a Femara + Zometa fino a novembre 2009, quando una ecografia epatica rileva 3 piccoli noduli al fegato.
Cambia allora cura passando alla prima chemioterapia: capecitabina+vinorelbina per os. Ne fa 9 cicli con remissione completa sul fegato. Continua poi in monoterapia metronomica con la sola capecitabina (metà dose tutti i giorni) più naturalmente il solito zometa. All'inizio del 2011 una TAC rileva nuovamente la presenza dei 3 noduli al fegato (sempre gli stessi) per cui si decide di intervenire con Cyberknife. Fatte 5 sedute tra febbraio e marzo 2011. Ad aprile l'ecografia rileva ancora le 3 nodulazioni anche se in regressione e a giugno la pet segnala "l'assenza di focalità a carattere evolutivo a carico del fegato" anche se comunque c'è stata progressione ossea.
L'oncologo decide allora di aggiungere alla terapia metronomica con Xeloda una terapia ormonale con Fulvestrant. Da giugno ad oggi le cose però sono peggiorate, infatti dopo un peggioramento degli esami ematici si decide per una nuova ecografia la quale rileva
diverse nodulazioni a carico del fegato, tutte di diametro compreso tra i 2 ed i 20 mm.
Ora l'oncologo ci propone una chemioterapia con Taxani. Taxolo settimanale o taxotere trisettimanale.
Cosa ne pensa? Vorrei sapere da lei quale differenza c'è tra le due terapie perchè non mi è chiaro! Sicuramente la seconda opzione sarebbe più "comoda" perchè ci permetterebbe di recarci in ospedale solo ogni 21 giorni magari in concomitanza con lo Zometa, ma vorremmo comunque optare per la soluzione più efficace!
Secondo lei abbiamo ancora speranze di remissione sul fegato? E l'ipertermia potrebbe aiutare? O conviene aspettare una riduzione delle nodulazioni per poi riprovare con la radioterapia? Scusi le 1000 domande.... sicuramente ci attiveremo per un consulto di persona al più presto ma ci vuole un po' per organizzare il viaggio e in questi giorni mia mamma non è nelle condizioni più ottimali!
Sono molto amareggiata, ma voglio comunque farmi forza del fatto che mia mamma è giovane e fino ad oggi ha affrontato cicli terapeutici tutto sommato "leggeri". Credo e spero che le strade a nostra disposizione siano ancora tante!!!
Grazie dottore per questo prezioso servizio...

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Re: Taxolo o Taxotere e ipertermia 13 Anni 4 Mesi fa #1089

Gentile Utente,

nel riassunto della storia clinica non trovo accenno all'impiego delle antracicline, farmaci piuttosto efficaci nelle neoplasie mammarie. Personalmente propenderei per una combinazione Myocet + Taxotere, proseguendo la somministrazione di Zometa. L'antraciclina di nuova generazione (minore tossicità e maggiore penetrazione all'interno delle cellule) Myocet offre una buona concentrazione a livello epatico e ben sinergizza con l'ipertermia capacitiva profonda (come evidenziato dallo studio Mammatherm condotto in Germania proprio sulle metastasi epatiche da tumore mammario). La differenza tra paclitaxel (Taxolo) e docetaxel (Taxotere) si esplica a livello molecolare con una diversa affinità per le strutture del citoscheletro e del fuso mitotico della cellula. In realtà praticamente rappresentano entrambi valida opzione e possono essere impiegati in sequenza qualora la malattia non risponda ad uno dei due. Da non sottovalutare la possibilità ulteriore di combinare quanto detto ad applicazioni di ipertermia total body ad infrarosso.

Cari saluti

Dr. Carlo Pastore, oncologo - www.ipertermiaitalia.it

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