Microcitoma, cromogranina A, octreotide

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Microcitoma polmonare, cromogranina A, octreotide

Il microcitoma polmonare (SCLC, small cell lung cancer) è una neoplasia a partenza dal sistema APUD dotata di una spiccata aggressività biologica e da considerarsi come una malattia già diffusa (sistemica) al momento della diagnosi.

 

Per tale motivo non si sottopone il paziente ad intervento chirurgico anche in presenza di una malattia apparentemente confinata. La combinazione dei trattamenti chemioterapici attualmente disponibili, della radioterapia e della ipertermia spesso portano ad un buon controllo di malattia seppur, purtroppo, spesso temporaneo.

 

I trattamenti chemioterapici anche in questa patologia sono in evoluzione seppur il cardine resta sempre la combinazione cisplatino più etoposide (il cisplatino a volte può essere sostituito dal carboplatino, meno aggressivo seppur dotato di una minore efficacia).

 

Nuova linfa vitale alla strategia terapeutica è stata fornita dal topotecan (oggi disponibile anche in una comoda formulazione orale), farmaco piuttosto efficace. Le antracicline poi giocano ancora un ruolo anche come terapia di salvataggio cioè da impiegare a ripresa di malattia.

Nell’armamentario terapeutico farmacologico è incluso a buon diritto l’octreotide (o il suo analogo lanreotide). Tale farmaco può essere impiegato se vi è positività della cromogranina A (vedi articolo) o dell’octreoscan.

Un valore elevato di cromogranina A (dosabile con un banale prelievo di sangue), od una captazione nell’esame radiologico denominato octreoscan, aprono la porta all’impiego di octreotide (o lanreotide) in abbinamento al trattamento chemioterapico selezionato.

Per quanto riguarda l’octreotide esso viene somministrato, dopo una piccola dose di induzione (sottocute) ripetuta per 10 giorni, con delle iniezioni intramuscolari da ripetere ogni 28 gg (alcuni protocolli prevedono una maggiore intensità di dose con somministrazioni più ravvicinate (anche ogni 21 giorni)).

Anche nel caso del microcitoma polmonare l’approccio multimodale (chemioterapia, radioterapia, ipertermia) consente di ottenere maggior risultato e più duraturo.

Dr. Carlo Pastore