Ipertermia oncologica: i miti da sfatare

Stampa

Ipertermia oncologica: i miti da sfatare

stetoscopioL'ipertermia capacitiva oncologica è una metodica a radiofrequenza non invasiva impiegata nella terapia dei tumori.

La metodica è purtroppo spesso misconosciuta anche dagli addetti ai lavori ed è bene diffonderne la conoscenza, nell'interesse del paziente.

Difatti da tempo mi batto per evidenziare che il trattamento dei tumori deve essere necessariamente multimodale per ottenere miglior risultato.

Attorno alla metodica aleggiano poi dei miti da sfatare. In primo luogo non è una metodica sperimentale. Non più.

Certamente proseguono le valutazioni cliniche ed i trials per migliorare ulteriormente la modalità di terapia con ipertermia, ma questo accade anche per i trattamenti farmacologici e gli altri trattamenti oncologici nell'ordine di progredire nell'efficacia e nell'efficienza.

L'ipertermia è riconosciuta come valida metodica ancillare nella terapia dei tumori in numerosissimi paesi Europei ed extraeuropei.

A tal proposito mi preme ricordare che i vari continenti posseggono un coordinamento scientifico riguardo l'ipertermia mediato da associazioni di specialisti in materia ed in tematiche oncologiche.

Il Sistema Sanitario Nazionale Italiano (SSN) riconosce l'ipertermia come procedura terapeutica e ne prevede l'erogazione in diverse strutture pubbliche sparse sul territorio nazionale. (Si veda il decreto ministeriale 22 luglio 1996 "Prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell'ambito del Servizio sanitario nazionale" codice "99.85 Ipertermia per il trattamento di tumore" ricompreso nell'elenco allegato al decreto)

Certo, rispetto alla richiesta di prestazioni in ipertermia causata dall'elevato numero di malati che ne gioverebbero, le apparecchiature e le strutture pubbliche eroganti sono esigue.

I Colleghi spesso chiedono: interferisce con chemioterapia e radioterapia?

Certo, ma non in senso negativo. Le altre metodiche ne risultano potenziate (come testimoniano numerosi studi internazionali).

Peraltro il paziente spesso già durante l'applicazione avverte una sensazione di benessere generale legato molto probabilmente alla liberazione di endorfine mediata dal calore erogato in profondità.

Altra domanda che spesso mi viene formulata è se si tratta di una procedura invasiva: assolutamente no. Non vi sono aghi da infiggere o fastidi di sorta.

L'unico accorgimento che l'operatore deve tenere è la regolazione della potenza dell'apparecchiatura in relazione alla refrigerazione delle sonde che vengono applicate sulla cute. Questo per evitare sgradevoli sensazioni di forte calore sulla cute.

Documentato è anche lo spiccato effetto antalgico (antidolorifico) locoregionale.

 

Dr. Carlo Pastore